Il 20 giugno a Trento la presentazione del primo bilancio di sostenibilità stilato da un Consorzio di Tutela vini italiano.
Durante una recente Tavola Rotonda, sono state presentate le linee guida che hanno messo in evidenza come il tema della sostenibilità sia molto caro al comparto vitivinicolo trentino, come ha evidenziato il presidente del Consorzio Vini del Trentino Pietro Patton. “Il tema della sostenibilità è nel DNA del mondo agricolo trentino. Nella nostra Regione, la nascita delle cooperative e del credito cooperativo hanno rappresentato la concretizzazione di un primo approccio alla sostenibilità sociale. A livello ambientale l’approccio alla sostenibilità è stato volontario ed è partito in maniera sistematica negli anni ‘90. Non è stato l’obbligo normativo a spingere i viticoltori in questa direzione ma è stata una scelta consapevole e libera”.
Secondo Graziano Molon, direttore del Consorzio Vini del Trentino, “siamo oggi di fronte ad un momento epocale: si passa da una sostenibilità di slogan ad una sostenibilità monitorabile, misurabile e calcolabile. In Trentino abbiamo fatto tanto e comunicato poco, ora è tempo di divulgare l’impegno dei nostri produttori. Il bilancio di sostenibilità è la cartina tornasole del territorio trentino che è il primo elemento che coinvolge il visitatore quando sceglie la nostra Regione come meta turistica”.
“In Trentino la sostenibilità non è recepita come una moda o uno slogan, si è sviluppata una coscienza etica legata al prodotto che va oltre la richiesta dei consumatori” ha spiegato Luca Rigotti, coordinatore nazionale del settore vino di FedAgriPesca-Alleanza delle Cooperative. “Il Consorzio è il riassunto dei viticoltori, in Trentino tante cantine hanno il bilancio di sostenibilità e tutte hanno la certificazione SQNPI. Ci troviamo ora nelle condizioni di veicolare questo grande lavoro che hanno già fatto i produttori e questo passo mi sembra naturale” ha continuato Rigotti.
Tra gli intervenuti alla Tavola Rotonda anche il giornalista Giulio Somma, direttore del Corriere Vinicolo, che ha sottolineato come lo standard unico di sostenibilità sia importante ed in Italia andrà completato entro l’anno perché nel 2023 si realizzi concretamente. “C’è una grande confusione tra vino vegano, biologico, naturale, sostenibile a livello globale. Ritengo che senza standard globali, senza delle regole ed un sistema misurabile, la sostenibilità rischi di perdere il suo valore”.
A conclusione Luca Castagnetti, direttore di Management Divino ha parlato di sostenibilità come processo strutturale. “Non deve coinvolgere solo le pratiche agronomiche in campagna o quelle enologiche in cantina, ma deve rientrare nel DNA di chi ha la responsabilità delle scelte aziendali, in particolare nella pianificazione degli investimenti, nel posizionamento del brand, nella gestione delle risorse umane e nella relazione con il territorio”.
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