Un’indagine svolta dal Consorzio di Tutela rivela che l’85% delle aziende è certificato Bio.
Pratiche agronomiche innovative e in armonia con la natura, rispetto per la biodiversità e collaborazioni con istituti di ricerca gli asset fondamentali del Montecucco.
Negli ultimi anni si è parlato molto della grande vocazione green diffusa tra i produttori del Montecucco, un gioiello ancora incontaminato che dimora sotto la protezione del Monte Amiata, la cui produzione è ammessa nei sette comuni di Arcidosso, Campagnatico, Castel del Piano, Cinigiano, Civitella Paganico, Roccalbegna e Seggiano, tutti della provincia di Grosseto. Tra i filari del Montecucco si pratica una viticoltura sostenibile, un approccio che si traduce in un’alta percentuale di cantine biologiche, molte delle quali hanno preso sin dalla loro fondazione la direzione del bio.
Negli ultimi mesi il Consorzio di Tutela ha effettuato un lavoro di ricerca e raccolta dati attraverso su un campione di 30 aziende socie rivelando che ben l’85% delle aziende intervistate è certificato bio e il 2% in conversione. Percentuali che posizionano la denominazione amiatina sul podio delle DOCG toscane.
“Il lavoro ‘pulito’ in vigna e in cantina è proprio nel DNA di questo territorio” afferma Giovan Battista Basile, alla guida del Consorzio e produttore sulla via della sostenibilità ambientale “i risultati di questa indagine ci portano non solo ad avere un riconoscimento di territorio ecosostenibile, ma ci incentivano a fare sempre meglio, considerato anche il numero di aziende attualmente in conversione: l’obiettivo è avere il 100% di produzione biologica. Il nostro territorio è naturalmente vocato alla sostenibilità, e siamo certi di poter ottenere risultati ancora migliori di questi. Il mio impegno come azienda parte naturalmente dalle buone pratiche agronomiche, come la lotta biologica e l’utilizzo di prodotti naturali per favorire una maggior resistenza della vite, come l’utilizzo di un’alga della costa atlantica del Canada dalle proprietà benefiche, agli impianti fotovoltaici in cantina e alla bioedilizia”.
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