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Barolo DOCG Riserva Vignolo 2011, Cavallotto

Un Barolo materico e al contempo scorrevole

Barolo DOCG Riserva Vignolo 2011, Cavallotto

La storia della tenuta Cavallotto inizia nel 1928, quando Giacomo Cavallotto acquista la prima parte dei 23 ettari vitati attuali nel comune di Castiglione Falletto, sulla celebre collina Bricco Boschis, appartenuta in origine all’ultima Marchesa di Barolo, Juliette Colbert - famosa per il suo ruolo cruciale nello sviluppo del Barolo - e donata poi al fattore Giuseppe Boschis. 

Nel 1946 i Cavallotto iniziano a commercializzare le prime bottiglie di Barolo e nel 1989 espandono la proprietà acquisendo il 60% del cru Vignolo, proseguimento meridionale del Bricco Boschis, situato su una marna argillo-calcarea a 310 metri di altitudine s.l.m., su cui viene impiantato nebbiolo da Barolo. 


Le vigne sono allevate in regime biologico e tutti i lavori stagionali sono svolti manualmente, sotto la direzione della quarta generazione dei Cavallotto: Alfio, Giuseppe e Laura.  

I terreni ricchi di sabbia e calcio del Vignolo, Menzione Geografica Aggiuntiva (MGA) del Barolo, conferiscono ai vini qui prodotti la freschezza tipica della marna calcarea, accompagnata da una classica eleganza e un tannino che si mostra godibile già all’uscita del vino dalle cantine aziendali, dopo due anni di legno e uno di bottiglia. 


Noi, tuttavia, abbiamo assaggiato una versione di 11 anni - acquistata più di un lustro fa direttamente nella tenuta dei Cavallotto e coccolata in cantina - che ha rivelato anche l’estrema longevità e la forte personalità di questa vigna.   

Nel calice il colore è ancora di un vivido rosso rubino, con il bordo dai riflessi granato a rivelare l’età della bottiglia. Il naso esprime inizialmente, con generosità e immediatezza, tutte le forme del sottobosco, dall’humus al fungo, dalla terra bagnata ai piccoli frutti rossi, ormai sotto spirito. Si viene poi avvolti da effluvi di tisane alle erbe, fiori essicati,  tabacco e cardamomo, radice di liquirizia e fave di cacao. In bocca la spinta acida non ha perso vigore, accompagnata da una buona sapidità; il tannino, invece, accarezza il palato, pur mantendo il sorso asciutto e di grande estratto.  Ne risulta un vino dal corpo materico, ma reso scorrevole dalla trama acido-sapida, a cui il lunghissimo finale sui ritorni balsamici e una scia di resina regalano ulteriore e fresca piacevolezza.  

Se le sue sfumature odorose legate alla terra fanno pensare a piatti a base di selvaggina, quelle legate a fiori ed erbe lo rendono un abbinamento ideale con i formaggi d’alpeggio a latte crudo della tradizione piemontese, dal Castelmagno al Maccagn, al Bettelmatt.

Barolo DOCG Riserva Vignolo 2011, Cavallotto

Cantina

Annata

Denominazione

Vitigno

Tipologia

Località

Tenore Alcolico

14,5% Vol

Abbinamento

Caratteristiche

Amore a prima vista

Capacità di Invecchiamento

Fascia prezzo

Data degustazione

ottobre

2022

Note

Fermentazione con lieviti indigeni, macerazione di 18-30 giorni, malolattica in vasche di cemento, minimo 48 mesi in botti di rovere di Slavonia di diversa capienza e minimo 12 mesi in bottiglia

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