Verdicchio dei Castelli di Jesi DOC Classico Superiore Castelfiora 2020, Tombolini
Una bottiglia che ci riconcilia con la forma e la sostanza del grande bianco marchigiano
Giallo paglierino brillante. Elegante e di straordinaria complessità al naso, dove emergono per primi i sentori floreali (tiglio, ginestra), accompagnati da fieno, erbe aromatiche, melone, albicocca, anice e agrumi canditi. E poi note di legno e di vaniglia appena accennate, miele di acacia e pietra focaia. Di bella struttura in bocca, morbido, di estrema piacevolezza ed equilibrio, persistente, decisamente fresco e sapido nel lungo finale, un ché di balsamicità. Grande chiusura di mandorla.
Questo l'identikit di un Verdicchio Classico Superiore ambizioso e ben fatto, come il Castelfiora 2020 prodotto dall'azienda Tombolini di Staffolo (AN), nel cuore della zona dei Castelli di Jesi. Le uve provengono dai migliori vigneti della tenuta - piantati più di 50 anni fa -, condotti in regime biologico su suoli argillo-sabbiosi.
Fermentazione in acciaio e affinamento per 10 mesi in buona parte in botti di rovere e per una piccola frazione in otri di ceramica, per meglio valorizzare la tipicità di questo magnifico vitigno autoctono marchigiano. Non contenti di aver fatto un gran bel vino, Fulvia Tombolini e il figlio Carlo Paoloni hanno deciso di celebrare i 100 anni della cantina - fondata dal 1921 dal nonno di Fulvia, Sante - rivisitando la mitica bottiglia verde ad anfora, la forma che a partire dagli anni '50 del secolo scorso ha reso riconoscibile il Verdicchio a tutte le latitudini del mondo.
"L’anfora per noi non è nostalgia, non è un amarcord. È il nostro Ritorno al Futuro. È un’arma nell’arsenale del vino italiano da riaffilare", afferma al riguardo l'azienda.
L’Anfora Tombolini 100 anni riprende le linee classiche del modello originale disegnato dall'architetto Antonio Maiocchi nel 1953 ispirandosi agli antichi contenitori etruschi - e che la cantina è stata tra le prime ad adottare fin dal 1954 - ma ha un collo più lungo, come una renana, e spalle più strette, risultando più slanciata e meno sinuosa.
OFF TOPIC - Se l'anfora degli anni '50 negli Stati Uniti per la sua silhouette fu ribattezzata "la Sofia Loren" - la maggiorata italiana del dopoguerra per antonomasia - questa potremmo invece paragonarla a un ideale di bellezza femminile più altera, del tipo di una modella di Modigliani (o, spostandoci ai giorni nostri, a una Bianca Balti o a un'indossatrice di Intimissimi, per intenderci).
Tornando alla sostanza, il Castelfiora 2020 è un vino da sballo già adesso, figuriamoci tra qualche anno (come nella migliore tradizione del Verdicchio, tra i più longevi bianchi italiani). Una bevuta che merita un bel piatto di pesce strutturato, come una cernia al forno con patate, ma è ottimo anche con una tagliatella al tartufo.
Soundtrack: Message in a bottle dei Police (https://www.youtube.com/watch?v=MbXWrmQW-OE). Ci perdonerà Sting, che produce vini in Toscana, ma le sonorità reggae-post punk di questo suo celebre pezzo (che apre l'album Reggatta de Blanc del 1979) ci ricordano l'armonia dei profumi di questo bianco marchigiano e il ritmo incalzante della sua progressione gustativa. A differenza di quella della canzone, va poi detto che la bottiglia del Castelfiora arriva a destinazione, diventando parte integrante del messaggio - ma qui sarebbe meglio parlare di identità - di un grande vino e di un grande territorio.
Verdicchio dei Castelli di Jesi DOC Classico Superiore Castelfiora 2020, Tombolini
Vino
Cantina
Annata
Denominazione
Vitigno
Tipologia
Tenore Alcolico
14% Vol
Caratteristiche
Amore a prima vista, Must have
Capacità di Invecchiamento
Occasioni
Fascia prezzo
Data degustazione
febbraio
2022
Note