Maria Rita Olivas
3 ott 20222 min
Aggiornato il: 2 nov 2022
L’abbazia cistercense “de La Coudre”, ovvero “dei noccioleti selvatici” si trova alle porte della cittadina di Laval, in Loira, e ospita una cinquantina di monache, dedite non solo alla preghiera, ma anche all’affinamento di un formaggio a latte vaccino e pasta semidura che ha una storia di oltre un secolo e mezzo.
Prodotto in origine dai monaci della vicina cittadina di Port du Salut, la ricetta venne tramandata alla comunità di La Coudre nel 1868, che continuò a fabbricare il formaggio con il latte acquistato dagli agricoltori locali fino al 1955, quando la produzione venne affidata a un'azienda lattiero-casearia della zona. Tuttavia, le monache mantennero nelle loro cantine il compito di portare a maturazione le forme con la tecnica tipica delle croste lavate, come per l’Abbaye Citeaux, di cui abbiamo già raccontato. Poiché questa fase cruciale della produzione, che dura circa un mese, è realizzata in convento, il formaggio può fregiarsi del marchio Monastic®.
Nonostante il passaggio dalla produzione artigianale a quella industriale, il Trappe de La Coudre conserva tutte le sue qualità gusto-olfattive, caratterizzate da una variegata florealità di campo, tarassaco in particolare, che emerge progressivamente da uno sfondo di panna. Al gusto ha una spiccata tendenza dolce e una burrosa grassezza, da cui si sprigionano le stesse note aromatiche percepite al naso. Molto equilibrato, con un finale piacevolmente sapido.
L’abbinamento ideale è con un bianco della Loira, come il Saumur AOC L'Insolite 2018 di Thierry Germain, uno Chenin Blanc fruttato e morbido, che si sposa bene con gli aromi del formaggio, e al contempo ricco di freschezza e sapidità, con cui deterge la bocca dalla densità del Trappe de la Coudre.