Con l'aumento delle materie prime, dal vetro alle etichette, dei trasporti e dell'energia, le aziende saranno costrette ad aumentare i listini.
L'UIV-Unione Italiana Vini, chiede al Governo "massima attenzione" nei prossimi provvedimenti di legge di Bilancio e delega fiscale, "per assicurare misure di alleviamento dei costi fissi (tassazione sul lavoro ed energia) che possano sostenere il mondo produttivo e non mortificarne la competitività".
Se è vero, infatti, che le vendite di vino sia in Italia che in Europa aumentano a doppia cifra, rimangono fattori di rischio. "Colpa - rileva UIV - del boom di rincari, anch'essi in doppia cifra, che influiscono nell'ordine del 30% sul prodotto finito".
I costi alle stelle riguardano tutto, dalle materie prime secche al prodotto, quindi dal vetro alle etichette, dai cartoni alle chiusure delle bottiglie, dai trasporti (con le tariffe per i container che sono lievitate del 400%) all'energia elettrica fino al prezzo medio del vino stesso, che complice una vendemmia a bassi volumi sale in diversi casi a +40% rispetto allo scorso anno.
Un combinato disposto che, secondo il segretario generale di UIV, Paolo Castelletti, "costa al settore anche più di quanto stimato solo un mese e mezzo fa: allo stato attuale la `bolletta` supplementare per il settore supera ormai 1 miliardo di euro, e questo al netto delle difficoltà nelle consegne del vino, che cominciano a evidenziarsi anche se in misura molto minore che in Francia. È del tutto evidente - ha aggiunto il segretario dell'associazione - che le imprese saranno costrette entro breve a rivedere i listini precedentemente accordati con distributori e importatori".
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