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  • Immagine del redattorePaolo Valente

L'Aglianico, grande vitigno rosso del sud

Coltivato principalmente tra Campania e Basilicata, è un vitigno che regala vini potenti ed eleganti

photo credit: grifalcovini.com

L’aglianico è uno dei classici vitigni a bacca rossa del sud Italia, soprannominato anche il Barolo del Sud per la sua grande qualità. Le sue origini si perdono nella notte dei tempi anche se è solo nella metà del Cinquecento che compare il nome Aglianico per i vini prodotti sul monte Somma, un rilievo facente parte del complesso del Vesuvio.

Il suo nome sembra possa derivare dal termine Hellenico, ipotesi plausibile considerando la dominazione degli Aragonesi e che in spagnolo la doppia “ll” si pronuncia “gli”. Questo sembrerebbe avvallare anche la tesi di una provenienza greca del vitigno. A stabilire poi se approdato in Campania o in altri territori.

Iscritto nel Registro Nazionale delle Varietà di Vite nel 1970, attualmente la sua presenza è sostanzialmente circoscritta alla Campania e Basilicata; le denominazioni di riferimento sono l’Aglianico del Vulture, l’Aglianico del Taburno e il Taurasi. Altre denominazioni, per la maggioranza del casertano e del beneventino, lo prevedono come vitigno principale mentre è possibile il suo utilizzo in assemblaggio in un gran numero di altri casi.

È un vitigno dal ciclo tardivo che raggiunge la piena maturità di tutte le sue componenti a fine ottobre. Pertanto, il mese di ottobre si rivela fondamentale per una corretta maturazione influenzando la bontà generale dell’annata che risulta perfetta quando in autunno le giornate presentano temperature miti, intorno ai 20 °C, di giorno per scendere a pochi gradi di notte.

Oggi sono utilizzati principalmente nove cloni di cui sette sul territorio campano e due su quello lucano.

I vini che si ricavano dalla vinificazione in purezza sono caratterizzati da una importante struttura tannica che predomina insieme all’acidità. Sono vini con un buon tenore alcolico, di corpo e struttura e adatti a lunghi invecchiamenti. Il passaggio in legno, piccolo o grande che sia, riesce a stemperare parte della sua esuberanza rendendolo più morbido e smussandone le asperità.


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