Secondo l'OIV, l'organizzazione mondiale della vigna e del vino, nel 2021 nel mondo il calo è del 4%, in UE del 13%. Anno disastroso per Italia, Spagna e Francia per colpa del clima
Le stime di OIV parlano di una forchetta minima di 247,1 milioni di ettolitri e una massima di 253,5: un quantitativo definito "estremamente basso", simile a quello del 2017.
Per il terzo anno consecutivo la produzione mondiale di vino è al di sotto delle sue medie storiche. Oiv precisa che "l'impatto di questa caduta per il settore vinicolo globale deve ancora essere valutato, dato l'attuale contesto in cui la pandemia di Covid-19 sta ancora generando un grado relativamente elevato di volatilità e incertezza".
A pesare, l'andamento climatico che ha letteralmente diviso il mondo del vino in due: da un lato l'Emisfero Sud, che ha registrato volumi da record, dall'altro l'Emisfero Nord e soprattutto l'Unione Europea, che ha visto cali imponenti a causa dell'andamento climatico fortemente negativo.
La produzione vitivinicola europea, che è pari al 58% della produzione mondiale, è stata infatti "influenzata pesantemente dalle condizioni meteo". La produzione europea di vino è stimata dall'Oiv a 145 milioni di ettolitri, in calo del 13% sul 2020, con una perdita di 20 milioni di ettolitri. "E' stato un anno molto sfortunato per Italia, Francia e Spagna", i tre big del vino mondiale, ha spiegato il direttore generale dell`Oiv, Pau Roca, nel corso della conferenza di presentazione delle stime annuali di Oiv (World wine production outlook).
L'Italia segna un calo pesante, -9% a 44,5 milioni di ettolitri, ma continua ad essere il più grande produttore mondiale. Seguita dalla Spagna con un calo del 14% a 35 milioni di ettolitri. Il terzo big, la Francia, "ha avuto un anno disastroso dal punto di vista climatico" e registra un calo del 27% a 34,2 milioni di ettolitri, "uno dei volumi più bassi mai registrati".
In calo la produzione di vino anche in Grecia e Slovenia con un pesante -26% ciascuna, in Croazia (-13%) e in Austria (-4%). Positiva, invece, l'annata per la Germania (+4% a 8,8 milioni di ettolitri), l'Ungheria (+6%), la Bulgaria (+7%). Stabile la produzione in Portogallo (-1% a 6,5 milioni di ettolitri) e in Repubblica Ceca (+2%).
Per quanto riguarda, invece, l'Emisfero Sud, si è registrata una produzione record di 59 milioni di ettolitri, con un aumento del 19% sul 2020. Crescita guidata dalla performance di Cile, Argentina e Brasile. Il Cile cresce del 30% con una produzione di 13,4 milioni di ettolitri, l'Argentina del 16% con 12,5 milioni di ettolitri e il Brasile del 60% con 3,6 milioni di ettolitri.
Tra i grandi player extra Europei, gli Stati Uniti crescono del 6% a 24,1 milioni di ettolitri mentre l'Australia mette a segno un aumento del 30% a 14,2 milioni di ettolitri. Male, invece, la Nuova Zelanda che ha visto un calo del 19% a 2,7 milioni di ettolitri.
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