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  • Immagine del redattorePaola Marcone

Donne, vino e 8 marzo. L'esperienza dell’Associazione “Donne del Vino”

900 professioniste di diversi settori dell’universo vino: produttrici, ristoratrici, sommelier, enologhe, giornaliste e comunicatrici. Facciamo il punto.

Sulla Giornata Internazionale della Donna si è sempre detto tanto. Da “è un semplice omaggio alla femminilità” a “è un baluardo delle conquiste di genere”, passando per “che bisogno c’è di proteggere le donne come i panda?”.

Il tema è interessante e basta leggere il Global Gender Gap Report 2021, per rendersi conto, numeri alla mano, come l’Italia occupi un poco ambizioso 114° posto mondiale in relazione al divario di partecipazione economica e opportunità offerte a uomini e donne, con una differenza di genere di ben il 25% e una quota di donne nelle posizioni manageriali ferma al 27% (l’Islanda è al 42% e la Svezia al 40,3%).

Serve, quindi, ancora un bel po' di tempo per poter considerare il ruolo femminile nel mondo del lavoro e in quello imprenditoriale come un dato acquisito al pari di quello maschile, ma parlando di vino come va?

Ovviamente anche qui il perimetro da considerare è quello disegnato dalle percentuali sopra elencate, ma visti più da vicino quei numeri sembrano almeno evidenziare una certa vitalità, come quella che esprime l’associazione delle "Donne del Vino", fondata nel 1988 da una ventina di produttrici e che ormai vede impegnate nella promozione della cultura enologica più di 900 professioniste di diversi settori dell’universo vino appunto.

Produttrici ma anche ristoratrici, sommelier, enologhe, giornaliste e responsabili della comunicazione e del marketing di aziende vinicole sono, infatti, le protagoniste di questo sodalizio, associato all’Unione italiana vini, e attualmente presieduto da una produttrice storica senese quale è Donatella Cinelli Colombini.

Diverse sono le iniziative da loro organizzate in tutta Italia che spaziano dai progetti enogastronomici a quelli ecoturistici, formativi ed editoriali.

In occasione dell’8 marzo, poi, è stata ideata la Festa delle "Donne del Vino", una serie di eventi svolti in più giorni che coinvolgono tutte le socie intorno ad un tema rappresentativo del ruolo delle donne nella filiera produttiva e nella comunicazione del vino.

Quest’anno, dal 1 al 13 marzo, ne ricorre la settima edizione, dedicata a “Vino – Donne – Futuro”, in cui, oltre alle varie iniziative dal vivo organizzate dalle singole delegazioni regionali, è portata avanti una campagna social con gli scatti fotografici delle associate unite dagli hashtag #donnevinofuturo #coltiviamoilfuturo.

Un modo per riflettere anche con la comunità virtuale intorno all’importanza di essere responsabilmente attive nel quotidiano, sia pure nelle tante diversità di ciascuna, per consentire alle generazioni future di andare sempre più avanti con il lavoro fatto, contando su uno spirito solidale.

Non a caso, quest’anno la Festa si svolgerà per la prima volta contemporaneamente in 11 Paesi del mondo (Argentina, Australia, Austria, Cile, Croazia, Francia, Georgia, Germania, Nuova Zelanda, Peru’ e Stati Uniti) e ogni foto che ritrae una donna con in mano la bottiglia etichettata con il logo dell’evento è accompagnata da questo testo: “le Donne del Vino coltivano il futuro e la pace, la bottiglia come simbolo e contenitore dei messaggi diretti alle nuove generazioni: “senza pace non c’è futuro”.

Il riferimento esplicito è al dramma della guerra oggi in corso in Ucraina che costituisce un duro ammonimento per chiunque, senza distinzione di genere.
















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