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  • Immagine del redattoreAnita Croci

Autunno e Foliage, ispirazioni cromatiche dalla natura nella stagione più romantica dell’anno

Le foglie che si colorano e cadono dagli alberi ci restituiscono una bellezza incantata. Ma cose succede agli alberi e alle vigne?


Ci siamo proprio nel mezzo, nel senso temporale, come periodo dell’anno, ma anche fisico, perché una parte delle foglie ha già lasciato i rami distribuendo colori dalle chiome ai marciapiedi. Il foliage, un termine francese dal suono romantico come il fenomeno che descrive, è tipico dei climi temperati e interessa circa un quarto delle piante decidue, ovvero quelle che con il freddo perdono le foglie. Aceri, querce, larici, frassini, castagni, ma come non citare i vigneti? Dall’Oltrepò Pavese alle Langhe, dalla Val d’Orcia a Montefalco all’Etna, ovunque nella penisola è possibile godere questo incanto, dove l’autunno sembra voler restituire agli occhi il calore che la stagione sottrae alla pelle.


Il colore verde che vediamo per tutta la bella stagione è infatti dato dalla clorofilla, un pigmento che serve alle piante per la fotosintesi, avendo grande capacità di assorbire il rosso e il blu della luce solare e riflettendo, appunto, il verde. Le foglie però contengono anche altri pigmenti, che assorbono spettri di luce diversi ma, data la predominanza della clorofilla, l’occhio non li percepisce. Quando in autunno questa degrada, ecco che il verde si popola di colori, dal giallo all’arancione, al rosso brillante, al porpora fino alle sfumature più calde del marrone. Responsabili sono i carotenoidi, ma anche gli antociani, stimolati soprattutto dallo stress del freddo.


Lasciamoci ispirare e proviamo a riprodurre questo cromatismo a tavola, anche nei bicchieri. Dal giallo paglierino con lampi verdi e dorati di U Baccan di Bruna, un Pigato di grande profondità e purezza che profuma di macchia mediterranea e sale; al rosso porpora del Cerasa di Michele Calò & Figli, Rosato del Salento da uve negroamaro, intenso e goloso nei sentori di ciliegia, che evoca la pienezza dell’estate. Senza tralasciare un tuffo negli splendidi colori dei vini macerati, come il giallo aranciato brillante del Jakot, friulano in purezza di Dario Prinčič, ai riflessi amaranto del Not, pinot grigio di Paraschos, entrambi dalle infinite suggestioni aromatiche e dal sorso dinamico e caratteriale, per finire con la maestosità del Bukkuram - Padre della Vigna Passito di Pantelleria di Marco De Bartoli, che riporta i toni intensi dell’ambra.


Se il mutamento cromatico è insito nella genetica di alcune piante, è però vero che l’intensità e la durata del fenomeno dipendono dall’ambiente. L’alternanza tra giorni caldi e soleggiati e notti fredde caratterizza le più spettacolari colorazioni autunnali, tipiche per esempio del Nord America. Va da sé che l’aumento dei gas serra nell’atmosfera, generando un aumento globale della temperatura, porterà non solo al ritardo nella comparsa dei colori autunnali, ma ne comprometterà anche l’intensità. Se è vero che la bellezza salverà il mondo, cerchiamo di proteggerla.

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