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Cancer Plan e Nutriscore. Il mondo del vino sotto accusa

Il vino potrebbe venire etichettato come "alimento da evitare" secondo alcune proposte europee in discussione.

Photo Credit WOKANDAPIX via Pixabay

In questi giorni il Parlamento europeo è impegnato nelle votazioni (a brevissimo i risultati) per il piano strategico per la lotta al cancro (Cancer Plan) messo a punto dalla commissione Beca (Beating cancer committee). Premettendo che non si tratta di una direttiva ma di linee guida, è indubbio che comunque queste indicazioni avranno, negli anni a venire, un effetto sui consumi e sulla percezione del consumatore circa la salubrità dei prodotti alimentari.

Nei giorni scorsi abbiamo già dato conto dell’alzata di scudi delle organizzazioni di categoria circa la proposta di uno dei creatori di Nutriscore di creare una categoria apposita (di colore nero) per le bevande alcoliche, e quindi anche per il vino, che ne sancisca la pericolosità dal punto di vista nutrizionale. Ricordiamo come il sistema Nutriscore assegni a ogni alimento un colore in base al livello di zuccheri, grassi e sale contenuti in 100 grammi. Dal “verde” che indica i prodotti sani e al “rosso” che identifica quelli da evitare.

Come sempre capita, i due schieramenti (pro o contro) si confrontano spiegando, o almeno tentando di farlo, le proprie ragioni. Cerchiamo di fare un po’ di chiarezza.

La commissione Beca vuole inserire l’alcol tra le sostanze cancerogene in quanto il consumo, anche in piccole quantità, aumenta il rischio di cancro. Chi si oppone sottolinea la differenza tra uso e abuso. E come il vino sia inserito nella dieta mediterranea, dieta riconosciuta, dalla commissione stessa, come “sana ed equilibrata e in grado di svolgere un ruolo protettivo nella prevenzione primaria e secondaria delle principali malattie degenerative croniche”.

La maggiore critica invece contro il Nitriscore è l’estrema semplificazione del sistema che dà informazioni su 100 grammi di prodotto senza tenerne conto dell’effettiva quantità normalmente consumata. Si avrebbe perciò una valutazione negativa anche, solo per fare qualche esempio, per l’olio extravergine d’oliva, il parmigiano o il prosciutto crudo. Questo fornirebbe al consumatore finale una indicazione, di fatto, errata o non corretta.

Tra le voci contrarie all'applicazione di queste proposte emerge la Regione Toscana attraverso le parole del presidente Eugenio Giani: "Respingiamo con forza ogni forma con cui la produzione, l'esportazione e la conoscenza del vino toscano nel mondo possano esser in qualche modo limitate. Tra l'altro se la trovata del bollino nero dovesse essere adottata e il sistema Nutriscore diventasse norma a livello comunitario, vino, birra e altri prodotti che fanno parte della dieta quotidiana di centinaia di migliaia di consumatori si troverebbero improvvisamente a essere considerati 'da evitare'. 'Il vino fa sangue', diceva mio nonno e in quella saggezza popolare c'era tutto il senso del valore nutritivo del vino che dobbiamo riconfermare a gran voce".

Anche la vicepresidente regionale toscana Stefania Saccardi ha auspicato che "l'Europa torni indietro e usi il buon senso. Ultimamente mi pare si assista a una serie di irragionevolezze su questo campo che penalizzano alimenti naturali e salutari come l'olio extravergine d'oliva o eccellenze dei territori come i prodotti a denominazione d'origine. Ora si vorrebbe addirittura 'bollare' il vino. Il vino, oltre a essere espressione di storia, di cultura e dei territori, è parte della dieta mediterranea e se consumato nelle giuste quantità, fa bene. Rischiamo di arrecare un grave danno all'intero settore vitivinicolo. È necessario che l'Europa fermi tutto".

In una nota congiunta il Consorzio di Tutela del Primitivo di Manduria dop, il Consorzio del Salice Salentino doc, il Consorzio di Brindisi e Squinzano doc e Confagricoltura Puglia esprimono il loro dissenso: "Siamo molto preoccupati e amareggiati sull'ipotesi che l'Unione Europea possa etichettare il vino come alimento ad alto rischio cancerogeno. In Italia e soprattutto in Puglia il vino non è una bevanda, è molto di più. Il vino è cultura, è racconto dei territori, è parte di una tradizione secolare oltre che una componente della Dieta Mediterranea, una dieta sana ed equilibrata e che è anche patrimonio immateriale dell’umanità; dunque il vino non può essere criminalizzato".

“Il consumo responsabile, rimane l'unica vera ricetta contro i rischi alcol-correlati. Siamo fiduciosi - concludono - sul fatto che i nostri parlamentari italiani a Bruxelles si batteranno, come hanno sempre fatto finora, in difesa del vino e dell'intera Puglia".


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