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I mille anni di storia di Collalto

  • Immagine del redattore: Paolo Valente
    Paolo Valente
  • 25 set
  • Tempo di lettura: 2 min

Una lunga storia tra sostenibilità e collaborazioni con il professor Manzoni e i suoi incroci.

Vigneti di Collalto e Castello di San Salvatore

 

Mille anni di storia e di vini sono quelli che si presentano al visitatore curioso che attraversa per la prima volta il cancello di questa bella cantina della Valdobbiadene, a Susegana, in provincia di Treviso.

Fin dal 958 il Casato dei Conti di Collalto tutela e coltiva le colline al centro della denominazione Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore DOCG. Dal 2007 è la Principessa Isabella Collalto de Croÿ che segue personalmente e perpetua, con sensibilità ambientale e qualità produttiva, la storia vitivinicola della tenuta che conta 150 ettari vitati, l’estensione maggiore del distretto.

Nei vigneti, posti in un’area collinare, si coltiva principalmente glera, il vitigno del territorio, ma anche ben quattro incroci Manzoni ovvero varietà create, a inizio Novecento, dal professor Luigi Manzoni, allora preside del Regio Istituto di Viticoltura ed Enologia di Conegliano.

La collaborazione con Collalto consente al professore di sperimentare più incroci, dando vita a un vigneto autoctono con differenti cloni: il Manzoni Bianco, incrocio tra il Riesling Renano e il Pinot Bianco; il Manzoni Rosa, incrocio tra il Trebbiano e il Traminer; il Manzoni Moscato, incrocio tra il Moscato d’Amburgo e il Raboso Piave; il Manzoni Rosso, incrocio tra Cabernet e Glera.

Questi quattro vitigni sono ancora coltivati nella tenuta e danno origine ad altrettanti vini che nel tempo hanno saputo incontrare il favore del pubblico.

La cantina, quattro corpi di fabbrica disposti attorno un grande cortile interno, è stata realizzata ai primi del Novecento quando la vecchia cantina presente nel Castello di San Salvatore e utilizzata fino ad allora, si è dimostrata troppo piccola rispetto alle moderne esigenze produttive.

La sostenibilità è una costante nelle azioni quotidiane di Collalto. Non vi è uso di diserbanti e utilizzo di concimi naturali e biologici, razionalizzazione dell’impiego di risorse naturali quali suolo, acqua, aria ed energia; gli ettari di bosco intorno all’azienda assicurano una preziosa biodiversità. Inoltre, l’installazione di colonnine meteo consente il monitoraggio costante dei vigneti.

L’azienda ha un impianto di riscaldamento a cippato alimentato dal legname di scarto dei boschi, una centrale idroelettrica di proprietà in funzione dal 1904 che garantisce l’erogazione di 90 kWh di potenza e dal 2023 un impianto fotovoltaico con una potenza di 350 kWh in grado di sopperire al fabbisogno di tutta la cantina.

Dal 2019 è certificata SQNPI, uno schema di certificazione per le produzioni agricole riconosciuto a livello comunitario.

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