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Immagine del redattorePaolo Valente

Il ricordo di Franco Ziliani e Lino Maga, due grandi del vino

Il mondo del vino piange due grandi personalità, il grande enologo di Berlucchi che ha inventato la Franciacorta e il tenace vignaiolo dell'Oltrepò pavese. Ecco il nostro ricordo

Le scorse settimane ci hanno resi tutti un po’ più poveri. Sono scomparse due persone che hanno fatto grande il mondo del vino lombardo, in primis, ma dell’Italia tutta.


Franco Ziliani e Lino Maga, due uomini accumunati dalla grande passione per il vino: innovatore e visionario uno, caparbio sostenitore della tradizione l’altro. Ognuno a suo modo esempio per centinaia di persone, vignaioli ma anche semplici appassionati.


Franco Ziliani, indiscusso padre della Franciacorta, è colui che ha creato il primo spumante metodo classico in terra bresciana. Lui giovane enologo, chiamato a collaborare nell’azienda di Guido Berlucchi, ha il coraggio di proporre la produzione di uno spumante alla maniera della Champagne. Era il 1961, il resto è storia. Una persona decisa, schietta che amava i suoi vini e la sua terra. Abbiamo avuto il piacere di incontrarlo parecchi anni fa nel corso di una cena. Una conversazione amichevole, a tutto tondo. La voglia di continuare ad imparare anche quando si è raggiunto il gotha dell’enologia nazionale e quindi i ripetuti viaggi in Champagne che si sono susseguiti negli anni alternando grandi maison a piccoli vigneron. E poi ancora i tappi, a vite o in sughero, o di come il rosé non fosse per lui un fenomeno ma una tipologia ben consolidata tanto che delle prime 3000 bottiglie di Franciacorta una metà erano già rosé, del celeberrimo Max Rosé. E ancora i suoi dubbi sull’imparzialità delle guide dei vini e la loro influenza (a volte deleteria) sul grande pubblico degli appassionati.


Abbiamo avuto modo di incontrare Lino Maga, o come preferiva lui Maga Lino, a Piacenza nel 2014 in occasione della consegna del Premio Vignaiolo dell’Anno attribuitogli dalla FIVI Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti. Alla fine della cerimonia sobria, come a lui si addiceva, ma comunque carica di emozione, gli abbiamo rivolto qualche domanda. Lino Maga, uomo semplice e schivo, concreto e deciso ci ha ribadito il suo credo “Fare il vino è la cosa più semplice: è una spremuta d’uva. Poi c’è uva e uva, terra e terra. E poi occorre molta pratica e molta esperienza e soprattutto non farsi assillare dalle mode e dalla voglia di nuovo. Ma cosa c’è di nuovo? Tutto il nuovo prende dalle cose vecchie”. Frasi semplici ma dense di significato così come il pensiero che, lui decano della cultura vignaiola, ha riservato ai giovani: “occorre dare spazio ai giovani che hanno intenzione di dedicarsi alla terra. Credo che i giovani vadano aiutati, non bisogna tradirli”.

Due storie parallele, due grandi uomini che hanno dedicato tutta la loro vita alla viticoltura e che per un destino beffardo ci hanno lasciato quasi contemporaneamente poco dopo aver superato la soglia dei 90 anni.

Grazie Franco, Grazie Lino!

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