Continua la tradizione: quest'anno è stato Fabrizio Plessi a realizzare l’etichetta e la carta che avvolge la bottiglia del Chianti Classico dell'azienda toscana
La famiglia Femfert, proprietari di Cascina Nittardi dal 1981, sono importanti galleristi in Germania. Il connubio tra arte e vino è stato quindi immediato anche per la volontà di continuare a perpetrare quell’eredità artistica che ha, nel passato, segnato una parte del destino della tenuta.
Le prime testimoniane scritte della tenuta Nittardi risalgono al 1183 quando la torre, conosciuta come “Nectar Dei”, era la casa madre dei Monaci Benedettini; nel XVI secolo la proprietà passa nelle mani di tal Michelangelo Buonarroti a quei tempi intento a decorare la Cappella Sistina. I documenti ricostruiscono come l’artista si fece mandare dal nipote Lionardo, incaricato della gestione della tenuta, alcuni fiaschi del vino per farne “dono genuino al Papa Paolo III”.
Con questi precedenti e con l’abitudine all’arte, nasce l’idea di collaborare con un artista differente ogni anno invitandolo a soggiornare in azienda, viverne lo spirito e creare le sue opere: una per l’etichetta e l’altra per la carta seta che avvolge le bottiglie del Chianti Classico. Una duplice opera che ogni anno, dal 1981, si rinnova così come il vino che avvolge.
Per l’annata 2019 il compito è toccato a Fabrizio Plessi, un artista emiliano noto in tutto il mondo per le sue installazioni multimediali legate allo scorrere del tempo. L’opera da lui disegnata per l’etichetta si intitola “L’oro di Venezia” e racconta di un fluido dorato e in movimento a rappresentare le mutazioni di colore della Vigna Doghessa da cui provengono le uve per il Chianti Classico “Casanuova di Nittardi Vigna Doghessa”.
Certificata biologica dal 2017, la tenuta Cascina Nittardi si trova a Castellina in Chianti e coltiva una ventina di ettari di vigneto circondati da bosco.
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