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Immagine del redattoreGiovanni Tronchin

Zeno Raboso e il video aziendale

Quarantottesimo capitolo del nostro romanzo a puntate dedicato alla vita e alla formazione enologica di un lavoratore e bevitore

Le cose al lavoro andavano bene. La ditta per cui lavorava Zeno Raboso era decisamente in salute. Anacleto, il titolare, nel giro di pochi anni era riuscito a mettere in piedi una bella realtà, con una squadra di pronto intervento fatta di ragazzi affidabili e in gamba. Zeno era indubbiamente la figura professionale di spicco in azienda, era il perito meccanico più qualificato e con maggiore esperienza. Anacleto affidava sempre a lui gli interventi più complicati e le trasferte più lunghe.

Le cose andavano bene, ma Anacleto voleva fare il salto di qualità, ampliando il suo portafoglio clienti non solo a livello numerico. Bisognava escogitare qualcosa per raggiungere aziende più grandi e più prestigiose.

I lavori arrivavano sostanzialmente con il passaparola, che per Anacleto rimaneva il miglior strumento di marketing. Però c'era bisogno di una scossa, bisognava pensare a qualche nuova soluzione per farsi pubblicità. Anacleto era figlio del boom economico degli anni '80 e '90, di un periodo in cui ci si esprimeva solo a slogan, nel quale venne rielaborata una nuova formula cartesiana, quella del "consumo ergo sum".

Però allo stesso era terrorizzato dai prezzi. Pur sapendo che la pubblicità è l'anima del commercio e di come non si possa andare avanti senza i "consigli per gli acquisti", Anacleto non se la sentiva di sostenere i costi di una campagna pubblicitaria. Con, a dirla tutta, l'incertezza che funzionasse per davvero.

Aveva in mente le richieste folli delle agenzie pubblicitarie per realizzare cataloghi, spot televisivi o per inserzioni sui giornali. C'è da dire che negli ultimi anni, grazie all'avvento dei social e del marketing digitale, i prezzi erano decisamente diminuiti. A costi sensibilmente inferiori rispetto al passato, ora si potevano realizzare piani di marketing in internet con risultati più certi e "misurabili".

Quest'ultimo aggettivo, "misurabile", per chi come Anacleto lavorava nel campo della meccanica e della precisione, esercitava un'attrazione incredibile. E proprio la misurabilità gli promise un veterano account commerciale di una piccola web agency locale, quando presentò ad Anacleto i servizi di comunicazione dell'impresa per cui lavorava.

L'agente aveva ottenuto l'appuntamento grazie alla suadente voce della segretaria, individuata proprio per fare breccia al telefono nel difficile mondo delle piccole imprese artigianali di provincia. Con la sua voce era riuscita a convincere Anacleto che si trattava di un'opportunità unica e che non sarebbe stata assolutamente una perdita di tempo, perché il tempo è denaro per tutti.

E in effetti l'agente non ci mise molto a portarsi a casa l'offerta firmata e timbrata da Anacleto. Per la cifra di cinquemila euro l'agenzia avrebbe realizzato un fantastico video aziendale da sparare (disse proprio così) su tutte le piattaforme web e social per raggiungere un mirabolante numero di potenziali clienti. Sarebbe stato una vera "bomba" con la quale la ditta di Anacleto sarebbe passata da una piccola realtà artigianale alla dimensione di una media impresa, con un sensibile aumento di fatturato.

Prometteva bene, pensò convinto Anacleto, mentre staccava l'assegno con l'anticipo del 50%. Mentre lo stava porgendo all'agente, ebbe però un attimo di titubanza, si fermò e chiese all'account: "Ma siamo sicuri che funzionerà?".

"Se funzionerà? - ribatté con finto stupore il venditore - in realtà io spero che sarete in grado di far fronte alla marea di richieste che vi arriveranno dopo questa pubblicità ".

Fissarono così il giorno delle riprese. Ci sarebbe stato anche un vero regista e stabilirono che il video avrebbe fatto perno sul concetto di squadra. Decisero anche che Zeno sarebbe stato il protagonista principale di una storia tanto semplice quanto convincente: se c'è un problema intervengono tempestivamente Zeno e la sua squadra. E poi, una volta risolto il problema, tutti a festeggiare in capannone con Anacleto che stappa una bottiglia di prosecco per i suoi ragazzi e in quel momento, con "effetto wow", compare lo slogan "Siamo una squadra spumeggiante!".

A Zeno lo storyboard piaceva e disse che al prosecco ci avrebbe pensato lui. Prese per sicurezza una cassa da dodici bottiglie perché sapeva che difficilmente "è buona la prima".

L'appuntamento con la troupe delle riprese era stato fissato alle 8.30 del mattino. Per quel giorno Anacleto aveva annullato ogni impegno e intervento, perché voleva che nel video comparissero tutti i suoi collaboratori.

Si doveva cominciare con una scena all'interno del capannone in cui tutti si occupavano singolarmente di qualcosa, come se fossero atleti negli spogliatoi prima di iniziare una competizione sportiva. Poi, all'improvviso, arriva la chiamata per un'urgenza: qui, in stile Vigili del Fuoco, tutti si affrettano verso il furgone attrezzato per partire per la missione, con Zeno alla guida del mezzo. A seguire, zoom stretto su operazioni manuali come uso di pinze, chiavi inglesi, cacciaviti, saldatrice e avviamento di un motore e poi tutti ad abbracciarsi per aver risolto il problema. Epilogo nel capannone dove la scena finale prevede il rientro dei ragazzi in furgone con Anacleto che li accoglie a braccia aperte, stappa una bottiglia di prosecco e riempie i calici per tutti.

Le riprese però andarono per le lunghe. Al regista non andava bene niente, non era soddisfatto delle luci e non gli piaceva come si muovevano i ragazzi, poco spontanei e poco motivati. L'unica scena che riusciva bene era quella finale e, alle dieci del mattino, avevano già stappato e svuotato cinque bottiglie.

Le bollicine a stomaco vuoto si facevano sentire, soprattutto quando in chiusura Zeno Raboso, girandosi verso la telecamera, doveva dire "Siamo una squadra spumeggiante!".

Quando alla decima prova Zeno, alla guida del furgone, prese male la curva del piazzale e buttò giù due fari led per le riprese video, si decise che bastava così, di materiale ne era stato prodotto a sufficienza.

E tra gli improperi di chi raccoglieva i cocci dei faretti distrutti, di chi si lamentava per la giornata di lavoro persa e di chi accusava mal di testa per le bollicine, il pensiero di Anacleto andò ai cinquemila euro investiti per quel video aziendale...

(continua)



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